martedì 31 gennaio 2017

I Social Network





E’ necessario non sottovalutare il potere mediatico e sociale che i social network possono conferire ad un individuo comune. A prescindere dalla palese assuefazione che possono provocare i nuovi mezzi di comunicazione, abbiamo nelle nostre mani uno strumento che ci permette di condizionare l’umore di qualcun altro, anche solo con una parola pubblicata in “bacheca”; uno strumento che ci permette di rimanere al passo con gli eventi che avvengono intorno a noi, senza doverci necessariamente recare dalla parrucchiera.  In che modo, infatti, amici, parenti, amici di amici,amici di parenti e parenti di amici potrebbero giungere a conoscenza, a volte in tempo reale, di avvenimenti, fatti e misfatti che influenzano quotidianamente la nostra vita? Micidiale invenzione quella del social network, senza contare che, a volte, può cambiare anche il nostro di umore: come curare, ad esempio, la bile che ti procura un amico senza credito sul cellulare, e con il quale si vorrebbe parlare, se non con un messaggio privato, neanche a dirlo, sul solito Facebook?
Seppur investite dalla luce del progresso, moralisti e burloni si divertono a gettare ombre su queste dannate invenzioni, convinti che possano arrecare un danno alla società, maggiore del beneficio che apportano. Le loro argomentazioni fanno leva su una minore tendenza da parte di giovani e giovanissimi al confronto e alla discussione, a loro dire spesso annichilita, e ridotta a motivo di scherno da parte di un pubblico più maturo perché contraddistinta da ridicole affermazioni tratte dal mondo virtuale – sarebbe tuttavia avvilente per me citare degli esempi, ma vi assicuro che sono agli occhi di tutti. Come se non bastasse,  i social network sono stati spesso accusati di aver inibito la capacità dei loro utenti di condividere pensieri o sentimenti senza che questi fossero trasmessi con uno “Smile” o con dei puntini di sospensione, barbaramente utilizzati per esprimere rincrescimento, facendo dunque unicamente appello ad una tastiera e nascondendosi dietro uno schermo.
Sarebbe superfluo ricordare come la tecnologia e il progresso ci abbiano ridotti in schiavitù.
Questa diagnosi vede come unica prescrizione  quella di convivere con Facebook e/o Twitter, cercando, per quanto possibile, di discernere tra un sorriso autentico ed uno smile, cercando di operare una distinzione tra ciò che può essere dato in pasto all’opinione pubblica e ciò che, invece, dovrebbe rimanere nella sfera privata e, soprattutto, cercando di non ridurre un nobile sentimento come l’amicizia ad una futile “richiesta di accettazione”...................

                                                                                            Nicola Tamburrino

lunedì 30 gennaio 2017

La vita è un bene prezioso


Il bere con gusto e intelligenza è un piacere non trasformarlo
in un dispiacere per te e per gli altri.
Impariamo a conoscere l’alcol per poterlo apprezzare

            Che cos’è l’alcol?
L’alcol etilico o etanolo è prodotto dalle fermentazioni degli zuccheri presenti nella frutta, nei cereali, in alcuni semi e tuberi.
            Accanto ai fermentativi (vino, birra, sidro) esiste anche un’altra categoria di bevande alcoliche: quella dei “distillati” (grappa, whisky, gin, wodka, rum, tequila ecc.). Il processo di distillazione, a partire dai fermentativi consente di eliminare progressivamente il contenuto di acqua ed inquinanti, fino a vari gradi di concentrazione. In tal modo si può ottenere anche alcol ad altissima gradazione per usi diversi da quelli alimentari.
            L’uso di consumare bevande alcoliche ha accompagnato la storia stessa dell’uomo e delle sue civiltà, dalle meno alle più evolute. Studi hanno messo in luce come tutti i popoli hanno sfruttato largamente il fenomeno della fermentazione di cereali per produrre bevande.
            Nell’antichità, l’alcol era solo per pochi eletti. E anche per questo raramente portava all’emarginazione. Anzi era considerato una sostanza che “apriva la mente”, tanto che Socrate e Platone ne facevano abbondante uso durante il loro filosofare. Nelle religioni antiche, tremende ubriacature di vino e birra aiutavano, con la danza, il cembalo (clavicembalo) e i tamburi, a raggiungere l’estasi della musica.
            Questi aspetti storici e culturali sono importanti per far comprendere in primis ai giovani che un distillato o un cocktail è un piacere che non deve diventare un dispiacere. Beviamo per festeggiare un evento speciale, per incontrare amici o altro. Molti giovani bevono emulando dei modelli per non “sfigurare” con  propri amici e perché tutti bevono. Il consumo di alcol tra i giovani è un fenomeno preoccupante perché sempre più in aumento sia a livello nazionale che internazionale.
Da molti anni l’incidenza della dipendenza da alcol è in aumento in tutto il mondo. Per lo sviluppo di questa condizione interagiscono tre fattori causali: personalità, ambiente e assuefazione alla sostanza. Così a parità di tutti gli altri fattori, le personalità insicure o immature presentano un rischio maggiore rispetto agli individui emotivamente maturi.
            I fattori ambientali sono importanti, soprattutto la propria disponibilità, il prezzo accessibile e l’accettazione sociale dell’alcol nella cultura e nella morale dell’individuo e delle persone inserito in un contesto lavorativo o nei momenti di svago. Occorre quindi informare ed educare i giovani al bere con messaggi istruttivi dove si possono apprendere l’arte e la cultura della liquoristica e della miscelazione.
            Va subito detto che l’alcol non è un nutriente anche se un grammo di alcol libera diverse calorie, esse però sono calorie “vuote”, cioè non apportano sostanze nutritive.
            A differenza delle altre sostanze nutritive, l’alcol una volta entrato nel nostro organismo deve essere obbligatoriamente metabolizzato ed eliminato, perché produce acetaldeide che è una sostanza tossica e cancerogena, ed oltretutto l’alcol non può essere immagazzinato come riserva, come avviene per gli zuccheri e i lipidi. L’etanolo dopo che è stato assorbito si diffonde nei fluidi corporei, e può essere eliminato attraverso il respiro, la sudorazione e le urine, ma la stragande maggioranza dell’etanolo viene metabolizzata (assimilata, dai vari tessuti, ma il ruolo chiave nel metabolismo dell’alcol lo svolge il fegato). L’assorbimento
dell’alcol inizia a livello dello stomaco, ma è più pronunciato a livello intestinale. La molecola dell’alcol è molto piccola e solubile in acqua: ecco perché, una volta ingerito, l’alcol è assorbito velocemente per semplice diffusione, senza dover sottostare ai lunghi tempi della digestione. A digiuno la velocità di assorbimento è più elevata, mentre a stomaco pieno è più lenta. Il fegato è l’organo che metabolizza la maggior parte dell’etanolo ingerito, trasformandolo, per ossidazione in acetaldeide. L’acetaldeide è una sostanza molto tossica, che non si riesce a smaltirla tutta si
accumula proprio nel fegato, che quindi subirà i danni maggiori. Dopo circa 15-20 minuti, l’alcol si trova nel sangue e, attraverso il torrente sanguigno, è veicolato a tutti gli organi e distretti corporei, i suoi effetti crescono in modo direttamente proporzionale rispetto al tasso e alla quantità assunta.

Non dimenticare mai che
non sei tu che abusi dell’alcol…………
E’ lui che abusa di te…………

Nicola Tamburrino

Le droghe e i loro effetti



Papavero da oppio
La droga, il cui uso risulta purtroppo sempre maggiore, soprattutto fra i giovani, è certamente, fra i tanti, uno dei maggiori  pericoli che attentano alla integrità psico-fisica dell’uomo.
Come citato nell’altro articolo
la prima volta la droga è sempre, sempre, sempre, sempre, sempre, sempre buona; ti fa star bene, risponde in modo sincero e immediato a un tuo bisogno, risolve il tuo problema, ti dà quello che gli altri non sono stati capaci di darti. Però tutto quello che le droghe apparentemente danno di buono, se lo prendono con gli interessi dopo un po’ di anni. La droga con il passare del tempo esercita una  azione distruttiva del sistema nervoso,  essa  rappresenta un vero e proprio  drammatico attentato alla vita.
La droga infatti, esercita una azione distruttiva sia sull’organismo e sia sul sistema nervoso. Di quest’ultimo, in particolare, agendo  direttamente sui neuro-trasmettitori, altera la trasmissione degli impulsi nervosi determinando gravissime conseguenze quali: perdita della capacità di reagire agli stimoli, incapacità di valutare e controllare le proprie azioni, sdoppiamento della personalità, alterazioni mentali, distorta percezione dello spazio e del tempo e alterazione di tutte le funzioni fondamentali. Sull’organismo, la  droga è in grado di arrecare danni irreversibili a diversi e molteplici organi ed è, in taluni casi, causa di tumori o patologie similari.
Sotto il profilo medico scientifico, con il termine “droga” o “stupefacente” si indicano tutte   quelle sostanze psicoattive, naturali e artificiali, che hanno un effetto sul sistema nervoso e alterano l’equilibrio psico-fisico dell’organismo.

Esistono moltissime sostanze di questo tipo, alcune sono usate
Foglie di coca
liberamente, senza alcun controllo da parte delle autorità sanitarie o giudiziarie,  come la nicotina, contenuta nel tabacco, l’alcool e la caffeina. Altre sono incluse in speciali tabelle e possono essere usate a scopo curativo sotto stretto controllo medico, come gli psicofarmaci. Quando si parla di consumo di droga, in realtà, ci si riferisce, solitamente, all’abuso, cioè ad un uso voluttuario e non terapeutico  delle sostanze psicoattive. Queste sostanze, come molti altri farmaci, se vengono usate più volte e per un periodo di tempo più o meno lungo, producono tolleranza ed assuefazione. Così, per ottenere lo stesso effetto provato la prima volta occorre assumere dosi sempre più abbondanti. Per questo motivo, si assumono droghe in quantità crescenti e sempre più spesso, fino a superare una soglia oltre la quale non si è più in grado di vivere senza la sostanza: è la dipendenza. Schematicamente, si distinguono due tipi di dipendenza: dipendenza fisica e dipendenza psichica anche se, i sintomi dell’una e dell’altra s’intrecciano in un quadro d’insieme e di penosa malattia.
Per dipendenza fisica s’intende l’incapacità dell’organismo a
Canapa indiana
funzionare senza una sostanza esterna alla quale si è adattato modificandosi. La dipendenza psichica, molto più subdola e insidiosa, che resta anche quando il fisico è stato disintossicato, si manifesta attraverso  il desiderio spasmodico della droga o  la convinzione di non poter andare avanti senza di essa
In base al loro principale effetto, le droghe si possono suddividere in sedative – antidolorifiche – eccitanti o stimolanti - allucinogene.
Nella tabella che segue, si riportano, unitamente alla classificazione, tipologia e all’origine, gli effetti correlati ad alcune ( le più importanti ) tipi di droga:

classificazione

droghe

origine

effetti

sedative – antidepressive

morfina

Naturale: derivata dall’oppio, sostanza liquida ricavata dal papaver somniferum

ricavata  dalla morfina

la morfina viene usata in medicina per curre  forme  gravi  di  dolori      ( infarto cardiaco – forme tumorali). Tra i principali effetti negativi si segnalano:

psichici: appiattimento affettivo; fragilità dell’umore; depressione; grave danno nelle relazioni con gli altri-

fisici: morte per arresto respiratorio (overdose); infezioni varie ( AIDS, epatite, tubercolosi, tetano); trombosi e flebiti

eroina

eccitanti o stimolanti

anfetamine

sintetiche: ottenute in laboratorio come derivati dell’efedrina

è un potente stimolante che da assuefazione, tra i principali effetti si rammentano: gravi danni al sistema nervoso centrale; paranoia; allucinazioni auditive; disturbi della personalità; problemi cardiovascolari; ipertermia e convulsioni

cocaina

naturale: estratta dalle foglie di una pianta tropicale: la coca

sotto il profilo  farmacologico la cocaina agisce da anestetico locale. Tra gli effetti fisici  si distinguono: infarto cardiaco; perforazione del setto nasale; dimagrimento. Tra quelli psichici: elevata eccitazione; inquietudine; paranoia; crisi persecutorie; depressione grave; allucinazioni.

crack o rock

semisintetico: derivato dalla cocaina purificata

gli effetti sono devastanti soprattutto a livello di sistema nervoso centrale. Provoca forte dipendenza

barbiturici

Ottenuti in laboratorio

producono analoghi effetti a quelli sopra descritti

 

allucinogene

 

marijuana

 

naturale: ottenuta dalle foglie o dalle infiorescenze della canapa indiana

 

tra gli effetti fisici si distinguono: tachicardia; ipotensione ortostatica; lesioni bronchiali; rallentamento della motilità intestinale; riduzione della fertilità. Tra quelle psichiche, si segnalan: apatia; sindrome amotivazionale; riduzione delle capacità cognitive; disturbi psichici.

hashish

naturale: ottenuto dalla resina della canapa indiana

eleva l’umore, facilita la comunicazione, modifica le capacità sensitive; paranoia; irrimediabili danni alla memoria; vomito: depressione, ansia

LSD

semisintetica: ottenuto da un fungo che attacca le graminacee

benché non sia ancora del tutto chiaro il preciso meccanismo attraverso cui la LSD altera le capacità percettive, appare orai certo che i suoi principali effetti sono: schizofrenia; depressione; confusione;

ecstasy

 sintetica, ossia prodotta in laboratorio da diverse sostanze chimiche

produce effetti eccitanti e allucinogeni contemporanea-mente. Produce danni irreversibili all’organismo, quali: affaticamento cardiovascolare; aumento della temperatura corporea; distruzione dei terminali nervosi e dei neuroni; insufficienza renale; ecc.


Da quanto sopra riportato, è possibile affermare che l’assunzione di droga, nell’ambito di ciò che taluno pretende essere una scelta, è una potenziale scelta di morte: morte per overdose, per AIDS, per violenza, per suicidio, per incidenti, per malattie. La droga  è, soprattutto, morte della libertà e della dignità della persona.
Agli effetti sopra enunciati vanno sommati quelli di carattere sociale, poiché la droga è anche causa e manifestazione  di :
-         disagio nelle relazioni interpersonali;
-         difficoltà di comunicazione tra genitori e figli;
-         miseria materiale dei produttori, essendo la coltivazione delle piantagioni limitate alle zone economicamente più svantaggiate del pianeta;
-         miseria morale e materiale dei consumatori, molti dei quali sono costretti alla prostituzione ed al crimine per procurarsi la dose quotidiana.
Una certezza, tuttavia, inizia a insinuarsi nel dramma e cioè, che anche la droga, al pari di ogni altra epidemia o malattia, può essere sconfitta e debellata: con il coraggio e la determinazione degli assuntori, la comprensione e la solidarietà dei soggetti liberi, con il prevalere delle ragioni dell’intelligenza e della vita  sulle ragioni del denaro e degli affari, e se tutto ciò può apparire una utopia, allora è bene ricordare che proprio coloro che non sanno più sognare sono poi coloro che, sostituiscono quelli, con la droga.........................................
Nicola Tamburrino

domenica 29 gennaio 2017

Perché ci si droga?



di Nicola Tamburrino

Piantine di marijuana

La droga è un fenomeno che colpisce tutte le fasce d’età, naturalmente quanto più uno è giovane tanto più è vulnerabile, ribelle, innamorato o innamorabile; le passioni da giovani sono più forti che da vecchi e quella della droga è una folle passione, un folle innamoramento di una persona nei confronti di una sostanza che diventa poi più importante di qualsiasi altra cosa. Tutte le epoche hanno avuto un consumo di sostanze sin dai tempi di Noè e tutte le epoche continueranno ad averlo. La ricerca del piacere è innata nell’uomo che, come tutti gli animali, insegue il piacere e sfugge il dolore. Inoltre l’uomo è mortale quindi è sempre alla ricerca della pillola dell’ immortalità o della felicità.

Mi ripongo la domanda:porca miseria  perché ci si droga?
Forse perché

- ci si sente soli e si è soli;
- perchè si soffre di depressione;
- perchè si proviene da una famiglia assente o malata;
- perchè c’è una mancanza di valori;
- perchè da ragazzi ci si sente invincibili;
- perchè ci può essere un fenomeno di imitazione verso altri ragazzi;
- perchè la droga si trova ovunque e costa poco;
- perchè non c’è abbastanza informazione sull’argomento…

è tutto vero! Ma… Veramente, perchè ci si droga? Lo sapete perchè?
 Ci si droga perchè “la droga è buona”!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
La gente che si droga è gente debole e con problemi, tutti i problemi sopra  elencati. fa una cosa stupida, ma non è stupida. Perché la prima volta la droga è sempre, sempre, sempre, sempre, sempre, sempre buona; ti fa star bene, risponde in modo sincero e immediato a un tuo bisogno, risolve il tuo problema, ti dà quello che gli altri non sono stati capaci di darti.

All’inizio si tratta solo di fumo: hashish, marjuana…
Ma ben presto si trova qualche ragazzo più grande che porta le pastiglie (ecstasy o mdma), e “
calarsi” è una cosa abbastanza normale, soprattutto nei weekend.
Queste sostanze costano così poco, che ci si può ‘calare’ anche 4-5 volte in una sera: 10euro, non di più. Vuoi non avere 20euro in tasca?
Poi con l’ecstasy ti senti bene: non a caso queste droghe chimiche vengono chiamate sociali. Facilitano la socializzazione. Solo che dentro son piene di merda (sì, scusate, l’ho detto!!!!!): componenti chimici studiati a tavolino, fuori da qualsiasi controllo, potenzialmente pericolosi. In pratica tu sei una cavia umana, perchè, essendo dei prodotti fuorilegge, non saprai cosa c’è veramente dentro finché non l’avrai mangiato e assorbito.


Allora mi chiedo cosa si può fare per aiutare i nostri ragazzi?
L’unica strada che mi si pone davanti, di fronte a tutto questo, è
l’onestà.
Dobbiamo dire ai nostri ragazzi la verità. Perché loro sentono sempre dire che le droghe uccidono (e in molti casi è vero, ma non così tanti come vogliamo credere…) e poi se disgraziatamente una volta le provano, non solo non muoiono, ma si sentono pure bene, si divertono. E si sentono totalmente invincibili. E pensano che noi grandi siamo i soliti bugiardi, che ci inventiamo che la droga fa male e che in realtà non è per niente vero, perchè loro l’hanno presa e sono stati benissimo.

Allora cerchiamo di essere onesti.
Diciamolo, ai nostri ragazzi, che alcune persone ci restano secche al primo colpo, e che altri le provano e si sentono bene. Alcuni ne usciranno devastati. Altri no.

Perché dire questo?
Perché se dite che il fumo uccide, quando vostro figlio vedrà il
pusher del quartiere che ha 50 anni e si fa 20 canne al giorno, non vi crederà.
Se gli dite che una pastiglia di ecstasy uccide, la prima volta che andrà in discoteca e vedrà che metà della gente si
cala, non vi crederà più.
Se dite che dalle canne si passa sicuramente all’eroina, quando al centro sociale vedrà il suo professore di ……………….. che si fa una canna, non vi crederà.

La morte per i consumatori di droga è un evento comunque raro.
E in ogni caso la morte non è un deterrente per un adolescente che si crede onnipotente.

Quello che invece non è affatto raro, sono le conseguenze che dovrà affrontare nella sua vita normale: tutto quello che le droghe apparentemente danno di buono, se lo prendono con gli interessi dopo un po’ di anni.
Potrebbe accadergli di diventare impotente, di avere problemi cardiaci, di dover passare tanto tempo all’ospedale, di avere un deficit dell’attenzione, di avere turbe comportamentali e disturbi della personalità, di passare attraverso l’anoressia e la bulimia, di perdere la capacità di studiare e memorizzare, di cadere in depressione.

Potrebbe accadergli di entrare in un contesto sociale in cui è possibile avere molti problemi: potrebbe beccarlo la polizia, potrebbe finire in galera, potrebbe entrare a far parte di un mondo borderline, privandosi per sempre della sua g i o v i n e z z a.
Ragazzi…………………………..
Davvero ne vale la pena?????????????????
Se volete potete rispondere a questo mio blog, mi farebbe veramente piacere leggere le vostre considerazioni.
In ogni caso vi risponderò sempre dicendovi:
Ma ne vale davvero la pena??????????????????????

10 Domande per Sommelier 07/02/2020

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